Una filiera d’amore per l’Ucraina.

OGR KIDS & ULAOP PER L’UCRAINA – Dona entro il 15 aprile

FONDAZIONE ULAOP – CRT ONLUS – UN LUOGO AMICO DEI PICCOLI

IBAN: IT13Z0200801046000100997441

CAUSALE: Famiglie ucraine

 Finora sono stati raccolti 8.820 € grazie al sostegno delle famiglie.

Fondazione ULAOP-CRT Onlus raddoppierà fino ad un massimo di 20.000 €

 

È passato ormai più di un mese dall’inizio della guerra in Ucraina e ad oggi purtroppo non sono ancora stati fatti passi importanti verso la fine delle ostilità, una tregua o almeno un cessate il fuoco. Al contrario invece gli attacchi dell’esercito russo si sono intensificati e il territorio colpito si è progressivamente esteso.

Le famiglie ucraine stanno continuando a fuggire e si parla di un esodo di circa 4 milioni di persone, tantissime, che hanno diritto ad un’accoglienza dignitosa.

La Fondazione ULAOP-CRT ha scelto di sostenere la raccolta fondi del Sermig, perché in momenti come questo bisogna fare affidamento su organizzazioni strutturate, che abbiano esperienza, competenze e capacità per accogliere le persone bisognose e far arrivare gli aiuti lì dove possano essere più efficaci, grazie a relazioni con le realtà locali consolidate nel tempo.

Proprio per farvi comprendere a cosa state contribuendo con le vostre donazioni e dove saranno diretti i vostri aiuti, riprendiamo dal loro diario di bordo una piccola parte del grandissimo lavoro che stanno facendo e vi invitiamo ad approfondire leggendo il loro diario di bordo, che potete trovare a QUESTO LINK. A questo si aggiunge anche l’accoglienza di 50 donne con bambini qui a Torino.

Ma soprattutto vogliamo rendervi parte per, dirla come Marco e Marco, i due volontari impegnati nella gestione degli aiuti sul posto,  che spiegano come il funzionamento dell’operazione in QUESTO VIDEO di quella “filiera d’amore che arriva in Ucraina, ma c’ha le braccia lunghe fino a Torino”…“perché non è solo una questione di portare dei pacchi, ma quella di condividere una presenza, di condividere l’umanità con le altre persone”.

Con gli aiuti all’arrivo del Tir a Baia Mare in Romania

A Chisinau in Moldavia

A Cervinci, dove vengono consegnati gli aiuti destinati alla zona di Odessa

 

Una testimonianza di domenica 20 marzo

“Ieri nel mezzo della nostra missione a Ivano Francisk improvvisamente sono suonate le sirene antiaereo per un probabile attacco missilistico. Subito ci hanno preso e ci hanno portato nel bunker.

Eravamo quasi 500 persone.

Gente arrivata dagli uffici, rifugiati scappati da altre città, persone che erano in strada…chiunque.

In un bunker non c’è nulla. Solo delle panche e qualche scorta alimentare.

Non hai uno schermo per vedere fuori cosa sta capitando.

Si sta in silenzio e chi crede prega.

Qualcuno si è messo a cantare insieme canti tradizionali popolari, altri scrivono a parenti e amici.

Si aspetta con l’orecchio teso. e cerchi di capire cosa colpiranno, e con cosa.

Sai solo che dal cielo probabilmente pioverà qualcosa.

Ma dove? E se fosse qui? Come usciamo? Che succederà?

Subito ho silenziato la testa. Ogni tanto serve, soprattutto in situazioni cosi.

Ho visto questo bimbo che era davanti a me e mi sono lanciato in 1000 sorrisi.

Le domande vanno bene solo se ti mettono nella condizione di scegliere, di muoverti.

Se ti bloccano vanno fermate.

Quel bimbo invece era li. Era reale.

Reale come ha voluto essere la mia reazione. Aldilà della paura.

Dopo mezz’ora siamo usciti. L’allarme è cessato.

Nei corridoi del bunker delle ragazze cantavano delle canzoni simbolo della bellezza che nonostante la bruttezza della guerra, palpita e (R)esiste!”

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